un progetto di e con Gaia Ginevra Giorgi
dialogo drammaturgico Giada Cipollone
cura del suono Glauco Salvo
disegno luci e direzione tecnica Andrea Sanson
creazione degli abiti Giuditta Tanzi / Garbage Core
progetto editoriale a cura di Vittoria Assembri

una produzione INDEX
in collaborazione con Extragarbo
co-produzione Snaporazverein
con il sostegno di Ravenna Teatro, Segni-Residenze Franche, C.U.R.A. Centro Umbro di Residenze Artistiche, C32 Live Arts Cultures, Malagola, Superbudda
produzione, organizzazione, amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani, Grazia Sgueglia
comunicazione Francesco Di Stefano
produzione per extragarbo Giusy Guadagno

Nostalgia: meccanismo progettuale.

 

Il ricordo che irrompe all’improvviso è già progetto, ciò che viene ricordato torna in circolo sotto forma di spettro.

 

Haunted è una performance sonora che interroga la memoria come sostanza fantasmatica, traducibile e tradibile, quindi come potenziale strumento di prefigurazione. Il lavoro origina da un archivio affettivo di field-recordings e registrazioni su nastri magnetici, risalenti al periodo che va più o meno dal 1980 al 1997. Il ritrovamento delle bobine, molte delle quali hanno subito processi di degradazione irreversibili, ha attivato pratiche di riscrittura e di reinvenzione dello spazio e del tempo. A partire da una prospettiva femminista e situata, Haunted queerizza e saccheggia la collezione di materiali biografici per istituire un processo di immaginazione allo stesso tempo intimo e collettivo.

 

Ricombinando i frammenti, proliferano nuove narrazioni, sensi e direzioni possibili, in una rivendicazione degli scarti e delle storie minori. L’idea è quella di negoziare con l’impossibilità dell’archivio (dispositivo spettrale per eccellenza), e di inaugurare così un pensiero su un’archeologia fantastica, ricombinatoria, mostruosa, frammentaria, incompleta. La performance – negromantica, hauntologica e analogica – si situa sul confine tra racconto sonoro e pratiche dell’ascolto attivo.

 

© Fausto Brigantino
© Andrea Di Gangi